BRUSTOLON GIOVANBATTISTA
Templum D. Zachariae dicatum ingreditur Serenissimus Princeps in die Paschatis solemnissima, indulgentiam acquisiturus, Ducalu diadema secum deferens gemmis et margaritis ornatum, quo electi Princeps coronantur. (Visita Pasquale del Doge a San Zaccaria).
Data: Venezia,Furlanetto,1773 - 1774
Venezia
Cod 9589
Soggetto: Venezia
1.800,00 €
Incisione in rame a bulino ed acquaforte, eseguita su soggetto di Canaletto dal Brustolon. Mm 445x570. Bell’ esemplare rifilato appena oltre la battuta del rame, firmato in lastra al margine inferiore Anmtonius Canal Pinxit e Jo. Bap. Brustolon inc. Tavola tratta da Solennità Dogali o Le Feste Ducali, serie in dodici lastre, commissionate nel 1766 dal mercante di stampe Ludovico Furlanetto e realizzate su disegni del Canaletto. Ottima prova nel I stato su 3 con l'indirizzo del Furlanetto e il numero "10" nel margine in basso a destra. Carta vergellata con doppia filigrana. Piccolo restauro nella parte sinistra della chiesa nel cielo.www.museiciviciveneziani.it: “Viene qui descritta ancora un’occasione di pubblica uscita del Doge ad un luogo di culto particolarmente legato al potere stesso dell’aristocrazia dominante. Nel giorno di Pasqua il Doge tradizionalmente assisteva alla funzione del Vespero nella chiesa San Zaccaria, dove risiedevano per il noviziato religioso le più nobili e ricche fanciulle del patriziato veneziano. Diverse sono le motivazioni richiamate dalle fonti per questo rituale e la più plausibile sembra legata allo juspatronato che il Serenissimo deteneva sulla chiesa, eretta per volontà del doge Giustiniano Particiaco nel 827. La visita poteva svolgersi però anche per venerare le reliquie donate nel 855 da papa Benedetto III alla badessa Agnesina Morosini, o per adempiere all’obbligo di visita annuale richiesto dalla stessa per l’omaggio di un ricco corno dogale, o per il dono di pietre preziose da parte della sorella di Caterina Cornaro, monaca a San Zaccaria, per ornare la zoia, oppure come forma di ringraziamento per la cessione da parte delle monache di un terreno adiacente alla piazza per il suo ampliamento voluto dal doge Sebastiano Ziani.
In ogni caso in quest’occasione, divenuta consuetudine, il Doge si recava in processione alla chiesa via terra, come si vede nella scena dominata dalla maestosa facciata rinascimentale della chiesa, accompagnato da sei canonici e preceduto dalle insegne dogali tra cui spiccava la preziosa zoia, per ottenere indulgenza.
Il disegno di Canaletto è a Londra al British Museum, e il quadro di Francesco Guardi è a Parigi al Louvre”.
Succi, Da Carlevarijs ai Tiepolo, 65; Succi, La Serenissima nello specchio di rame, vol II, pag. 889, n°33
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