Incisione in rame ad acquaforte e bulino, eseguita da Fabio Licicnio, mm 775x530. Gastaldi fu sicuramente una delle figure di maggior rilievo nel mondo cartografico cinquecentesco e la sua grande carta del 1561 in due fogli costituisce una pietra miliare destinata a modificare la geografia italiana a partire dalla carte di Ortelius e da quella De Jode che sono delle evidenti riduzioni da Gastaldi. Dedicata al duca Alfonso II d’Este riporta sotto al titolo (in basso a destra) una scala delle miglia e l’imprint dell’editore fabio licinio Ex. La carta, pur riportando la data del 1561, fu sicuramente terminata già nel 1559 esistendo un privilegio del Senato veneto del 29 luglio 1559, che dava diritto a quindici anni di diritti esclusivi di stampa. Gastaldi aveva già preparato una carta della penisola per la piccola edizione della Geografia di Tolomeo del 1548, che aggiornò con modifiche sostanziali delle linee costiere, ottenendo una carta molto più conforme alla realtà. L’esemplare è rifilato alla battuta del rame, come consuetudine, ed è molto ben impresso, su carta vergata, peraltro molto ben conservato, eccettuata una integrazione professionale nell’angolo inferiore destro della lastra occidentale, per cui al centro. Almagià, 1929, pag. 26, n. 1, Tav. XXVIII; Arrigoni-Bertarelli 1930, n. 4; Borri, L’italia nell’antica cartografia, n. 37; Perini, Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, 2018, pag. 1816-1817; Meurer, 1991, pag. 153.