MIRO’ JOAN (1893 Montroig – 1983 Calamajor)

Mirò Homenatge a Joan Prats
Data: Barcellona,1972
Cod 2706
Materia: arte
5.800,00 €
Litografia originale firmata a matita da Mirò in basso a destra e siglata H.C. (Hors - Commerce) in basso a sinistra. Edizione di 150 copie su carta a mano Guarro, formato mm 755 x 580. Uno dei 150 esemplari senza testo tirati prima dello stato definitivo di questa litografia che fu utilizzata per la mostra Homenatge a Joan Prats a Parigi, nel 1972, alla galleria Berggruen. Editato da Poligrafa Barcellona. La litografia é un omaggio a Juan Prats, promotore artistico e culturale catalano, fondatore con Mirò della Fondazione Joan Mirò di Barcellona. Introdotto alle tecniche dell’incisione dal pittore cubista di origine polacca Louis Marcoussis, nel suo studio parigino, provvisto di un torchio, Miró apprese le più svariate tecniche incisorie, che iniziarono ben presto a svolgere un ruolo non trascurabile nella sua produzione artistica, al punto da indurlo ad affermare: “l’incisione arricchisce la mia pittura; mi suggerisce nuove idee; mi spinge a creare su nuove basi. Tutto è connesso”. A New York, nel corso degli anni Quaranta, Miró continuò ad esplorare le tecniche calcografiche, ma sarà il mercante d’arte Aimé Maeght, dell’omonima galleria parigina, fondatore dell’Imprimerie Arte (Arts et Techniques graphiques) e della rivista “Cahiers du miroir”, a farlo appassionare sempre di più al mondo della litografia, pubblicandone numerose incisioni singole, album e portfolio, ma anche manifesti, inviti, copertine di libri e persino cartoline postali. Esito di un lucido abbandono alla propria ispirazione, la produzione grafica dell’artista catalano è resa possibile dal paradossale connubio fra la dimensione inconscia, sede del suo magma creativo, e la cosciente sapienza del mezzo espressivo e dei procedimenti di stampa, come lui stesso lascia intuire quando scrive “Per la litografia e l’incisione occorre dominare la sorte, ma non essere mai dominati da essa”. È questo il terreno in cui si esprime anche il profondo legame da sempre manifestato da Mirò con la poesia e in special modo con quella dei principali esponenti del Novecento, soprattutto francesi e catalani, i cui versi illustrò spesso, elaborando un linguaggio artistico ad hoc, costituito da quei misteriosi segni, quasi degli enigmatici geroglifici, che Raymond Quenau non a torto definisce “miroglifici”. Spesso destinate a volumi e riviste pubblicate in tiratura limitata, che si tratti di incisioni calcografiche a puntasecca, acqueforti o litografie a colori, le grafiche di Miró sono fedeli testimoni del suo linguaggio e al tempo stesso creano tra immagine e testo, reinterpretato secondo la propria sensibilità, un perfetto connubio.

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