STANLEY HENRY MORTON
Carta della parte occidentale (e orientale) dell’Africa equatoriale e delle esplorazioni per terra e per acqua di Enrico M. Stanley.
Data: Milano,1880 circa
Africa centrale, Kenia, Tanzania, Congo
Cod 3474
Soggetto: Africa centrale, Kenia, Tanzania, Congo
800,00 €
Litografia a colori, mm 820x1340, montata editorialmente su tela in otto stacchi. Si tratta delle due carte geografiche di Stanley, nella rara versione italiana, che raffigurano unite l’intera sezione centrale del continente dall’Atlantico all’Indiano. Ben conservata. Il viaggio di Stanley (1841–1904) del 1871–1872 alla ricerca di David Livingstone, poi proseguito al suo fianco lungo la parte nord del Lago Tanganica, segnò profondamente il giornalista, che decise di dedicare all'esplorazione dell'Africa il resto della sua vita. Sostenuto da un nuovo finanziamento del New York Herald, oltre che del Daily Telegraph, nel 1874 partì per un viaggio di tre anni che lo vide attraversare l'Africa equatoriale da est a ovest e percorrere, primo tra gli Europei, il corso del fiume Congo fino alla foce. Stanley raccontò il suo viaggio nel libro Through the Dark Continent (1878), che comprendeva anche questa Carta della parte occidentale dell'Africa equatoriale, che per la prima volta restituisce il corso del fiume Congo con grande precisione, soprattutto considerata la non vasta preparazione cartografica del suo autore.
Esiste una seconda carta, di cui questa è l'ideale continuazione e che rappresenta la parte orientale dell'Africa Equatoriale, la prima esplorata da Stanley. Gli itinerari di Stanley sono tracciati in rosso, come nella carta di Livingstone di cui la carta riprende lo stile in tutto e per tutto: gli editori delle due carte erano infatti soci in affari e la Sampson Low di Londra, casa editrice di questa carta, pubblicava nel Regno Unito materiali della Harper di New York, cui si deve la prima pubblicazione di quella di Livingstone. Da una parte le carte che raccontano i viaggi, dall'altra le relazioni mobili tra editori internazionali che permettono di far circolare stili, oltre che edizioni delle carte da un capo dell'oceano all'altro.
La carta permette inoltre di riflettere su un'altra forma di mobilità, che è tipica delle carte prodotte in contesti culturali di colonizzazione: quella relativa alla denominazione dei luoghi. Stanley da un lato mostra grande attenzione alla toponomastica locale, riportando spesso anche i nomi multipli attribuiti da tribù diverse alle stesse località, dall'altro non rifugge dalla pratica coloniale della ridenominazione: tra gli esempi più eclatanti rintracciabili sulla carta, il fiume Djoué, immissario del Congo, è riportato come "Gordon Bennett River", in onore del Direttore del New York Herald che finanziò i suoi viaggi; ancora più clamorosa la doppia denominazione del Congo stesso, per cui Stanley propone l'alternativa "Livingstone River".
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