BARNI ROBERTO
Il Pittore e lo Scultore alla guerra contro gli iconoclasti.
Data: 2000 circa
Cod 6100
Soggetto: Il Pittore e lo Scultore alla guerra contro gli iconoclasti.
600,00 €
Tecnica mista: litografia e carborundum su carta sicas fatta a mano prima decade anni 2000. Cm 80x56 su foglio cm 100x 71. Autentica dell’Artista a matita in basso. Esemplare fuori numerazione H.C. Ottimo esemplare.
È un’ironia fredda quella di Barni, «l’eroe si è armato per dar da mangiare alle oche, non è lì per evocare guerre sanguinose o terribili assedi, ma piuttosto rappresentare l’unica vera forma di audacia», ovvero la salvaguardia dell’intima quotidianità.
Roberto Barni è un pittore e scultore toscano annoverato tra gli esponenti del movimento Pittura Colta, teorizzato dal critico Italo Mussa negli anni Ottanta. Nasce a Pistoia nel 1939. Nel 1959 inizia a dipingere i primi quadri astratti, usando legno, ferro, carta di giornale. Al 1960 risalgono le sue prime esposizioni per lo più legate ad una figurazione di ambito Pop all'interno della denominata Scuola di Pistoia. Nel 1962 espone il suo Necrologio.
In questo periodo Roberto Barni si interessa ad un tipo di esperienza minimalista - concettuale che verrà poi superata quando con un'opera simbolica, Resurrezione del 1972 (10 anni dopo aver esposto il suo necrologio) ritorna alla storia e alla pittura. Nel 1976 usa per la prima volta il termine anacronismo, rivendicando che l'artista deve avere una visione dell'arte che sfugge al concetto di tempo: non è condizionata da esso o da tecniche e materiali della internazionali come A new Romanticism a Washington D.C. e nell'Ohio, Avant-garde in the Eighties presso il County Museum a Los Angeles. In Europa partecipa alla Biennale di Venezia come scultore nel 1988, e alla Biennale di Scultura di Montecarlo. In questo periodo Roberto Barni comincia a dedicarsi sempre di più alla scultura e realizza le opere: Atto muto, Filastrocca, Vacina, Opposte Vedute. Nel 1997 espone al Palazzo Fabbroni e al Museo di Belle Arti di Budapest, nel 1999 al Museo di Belle Arti di Reims. Al 2000 risale la collettiva Fermentazioni con Antonino Bove, Giuseppe Chiari, Omar Galliani e Marco Nereo Rotelli presso il Palazzo Ducale di Lucca. Dal 1999 al 2000 realizza diverse sculture, tra cui Continuo per la collezione di Daniel Spoerri a Seggiano e La grande Vacina per il Museo Pecci di Prato.
Nel 2001 ha collaborato con Alessandro Bagnai e Alessandro Poggiali, presentando le opere a Firenze e a Siena. Nel 2002 partecipa a mostre collettive come Something Happened alla Slovak National Gallery di Bratislava, La modernità della malinconia al Palazzo della Ragione a Verona. Attualmente Roberto Barni vive e lavora a Firenze, continuando ad esporre in Italia e nel resto del mondo.
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