GIORGIO DE CHIRICO. (VOLOS 1888 - ROMA 1978)

L’Arcobaleno
Data: Roma,1969
Cod 2710
Materia: arte
1.800,00 €
Litografia a 6 colori, mm 620x455 (lastra), foglio mm 700x500. Esemplare 9/90. Firma a matita al margine in basso a destra G. de Chirico, numerazione 9/90 in basso a sinistra, titolo al centro L'arcobaleno, timbri a secco G de C e Alberto Caprini Stampatore in Roma nel margine inferiore Edoardo Brandani, Giorgio de Chirico. Catalogo dell'opera grafica 1969-1977, Edizioni Bora, Bologna, 1990- 1977, pag. 79, n. 61. Bell’esemplare. “Dipingere è l’arte magica, è il fuoco acceso dagli ultimi raggi nei vetri dell’ostello ricco, come in quelli dell’umile stamberga di fronte al sole occiduo, è il segno lungo, il segno umido, il segno fluente e fermo, che l’onda morente stampa sulla rena calda, è il guizzo della lucertola immortale sul sasso arroventato dalla calura meridiana, è l’arcobaleno della conciliazione, nei pomeriggi tristi di maggio, dopo il temporale che s’allontana laggiù…. Giorgio de Chirico Dipingere, 1938”. De Chirico studia arte ad Atene e a Firenze, prima di trasferirsi in Germania nel 1906, dove entra all'Accademia di Belle Arti di Monaco. Qui entra in contatto con le opere dei filosofi Nietzsche e Arthur Schopenhauer, oltre a studiare le opere di Arnold Böcklin e Max Klinger. Nell'estate del 1909 torna in Italia e trascorre sei mesi a Milano. All'inizio del 1910 si trasferisce nuovamente a Firenze, dove dipinge L'enigma di un pomeriggio d'autunno, la prima delle sue opere della serie "Piazza metafisica", dopo un'esperienza personale in Piazza Santa Croce. De Chirico visse a Parigi fino al suo arruolamento nell'esercito nel maggio 1915, durante la Prima Guerra Mondiale. I dipinti di De Chirico eseguiti tra il 1909 e il 1914 gli hanno procurato i maggiori riconoscimenti. Questo periodo è conosciuto come il periodo metafisico. Le opere si distinguono per le immagini che evocano atmosfere cupe e opprimenti. All'inizio di questo periodo, i modelli erano paesaggi urbani ispirati alle città mediterranee. Gradualmente, l'attenzione del pittore si sposta su studi di stanze stipate di oggetti, talvolta abitate da manichini. Quasi subito, lo scrittore Guillaume Apollinaire elogia il lavoro di Chirico e contribuisce a introdurlo nel gruppo che in seguito si dedicherà al Surrealismo. Nel 1922, Yves Tanguy scrisse di essere rimasto così impressionato quando vide un'opera di de Chirico nella vetrina di una galleria che decise di diventare un artista, anche se non aveva mai toccato un pennello in vita sua. Altri artisti che hanno riconosciuto l'influenza di Giorgio de Chirico sono Max Ernst, Salvador Dalí e René Magritte. De Chirico è considerato una delle maggiori influenze del movimento surrealista. In seguito De Chirico abbandonò lo stile metafisico e produsse diverse opere più realistiche. Nel 1925 De Chirico pubblicò il romanzo "Hebdomeres", che il poeta John Ashbery ha definito probabilmente una delle più grandi opere letterarie del surrealismo. Morì nel 1978 all'età di 90 anni. La pittura metafisica di Giorgio de Chirico è considerata uno dei principali antecedenti del movimento surrealista.

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