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BRUSTOLON GIOVANBATTISTA

Feste nel giovedì grasso nei tempi della Repubblica di Venezia
Data: Venezia,Battaggia,1773 - 1820
Venezia
Cod 9598
Soggetto: Venezia
1.300,00 €
Incisione in rame a bulino ed acquaforte, eseguita su soggetto di Canaletto dal Brustolon. Mm 450x580. Bell’ esemplare rifilato appena oltre la battuta del rame, firmato in lastra al margine inferiore Anmtonius Canal Pinxit e Jo. Bap. Brustolon inc. Tavola tratta da Solennità Dogali o Le Feste Ducali, serie in dodici lastre, commissionate nel 1766 dal mercante di stampe Ludovico Furlanetto e realizzate su disegni del Canaletto. Ottima prova nel III stato su tre con l'indirizzo presso G. Battaggia in Venezia. Alcuni piccoli fori e orlo d’acqua al margine superiore che intacca appena l’inciso.Nella giornata del Giovedì Grasso si rievocava la vittoria riportata nel 1162 dal doge Vitale Michiel II sul patriarca d’Aquileia Ulrico che aveva cercato invano di contrastare il dominio del Dogado sull’area di Grado. Il Patriarca, caduto prigioniero dei veneziani, aveva dovuto accettare l’imposizione di un simbolico tributo da elargire ai vincitori: dodici pani grandi, dodici maiali e un toro, che, condotto spettacolarmente in Venezia in piazza San Marco, veniva qui cacciato e sacrificato. L’evento, nei secoli, si connotò sempre più come festa popolare, definitivamente ratificata nel 1550. Nell’occasione, si progettava e realizzava la Macchina, vera e propria opera d’architettura effimera, ornata d’apparati decorativi, che, issata in Piazzetta, serviva tra l’altro da piattaforma per il sorprendente lancio in pieno giorno di fuochi d’artificio. Attorno al fulcro scenografico del grande apparato, su palchi mobili gruppi di acrobati si misuravano nelle audaci Forze di Ercole, eco circense della destrezza militare dei Veneziani nella presa di Aquileia, abili armigeri davano vita ad una danza militaresca, detta Moresca, un audace funambolo planava sulla folla dal campanile di San Marco appeso a un filo, nel così detto Volo dell’Angelo, simbolo e auspicio di pace. La composizione è dominata dalla maestosa e svettante costruzione barocca a tre ordini della Macchina, che evoca i castelli del Patriarca atterrati dai Veneziani e reca lo stemma della famiglia Mocenigo alla quale apparteneva il doge in carica nel periodo in cui veniva realizzata la serie delle Solennità. Il Doge assiste agli spettacoli dalla Loggia di Palazzo Ducale, mentre in primo piano protagonista è ancora la folla che si assiepa in tribune e invade la piazza fino a creare capannelli e macchiette di sapore aneddotico e popolaresco. Il disegno preparatorio di Canaletto è in collezione privata, mentre la tela relativa di Francesco Guardi è al Louvre. (così da CANALETTO-BRUSTOLON. Feste Ducali: Rami e Stampe dalle collezioni del Museo Correr, https://carezzonico.visitmuve.it/it/mostre/archivio-mostre/canaletto-brustolon-feste-ducali-rami-e-stampe-dalle-collezioni-del-museo-correr/2011/10/4930/opere-2/) Succi, Da Carlevarijs ai Tiepolo, 65; Succi, La Serenissima nello specchio di rame, vol II, pag. 887, n°30

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